Per la rubrica “Brevi cenni sulle famiglie bresciane”

Storia della famiglia FORESTI

Stemma-Foresti
Stemma Foresti: “Fasciato di rosso su troncato di azzurro e barrato di rosso e d’argento (8 pezzi) – 7 stelle a 8 raggi di oro su azzurro poste in doppia fascia”

Famiglia molto antica, di nobili rurali dalle innumerevoli ramificazioni con vario mutamento, lungo i tempi, di cognomi, al punto che il Consiglio Generale di Bergamo, in una sua dichiarazione del 23 ottobre 1542, affermava che i cognomi Odasi, Sainbene, Foresti si confondono ma sono tutti di una sola famiglia. Tutti provenienti dal paese di Foresto in Val Cavallina (Bergamo) ma di un ceppo unico antichissimo; il Lechi ritiene si colleghi con altre famiglie, gravitanti attorno al lago d’Iseo, prima fra tutte quella dei Fenaroli, anch’essa originaria di Tavernola. Qualcuno lo riallaccia a un Bosone dal quale sarebbero derivate molte famiglie, divisesi specialmente a causa dei contrasti tra Guelfi e Ghibellini. Nel secolo XIV era già salita a notevole prestigio e il 20 gennaio 1330 Lodovico il Bavaro dava a Maffeo q. Odasio ampi privilegi per sé e i suoi discendenti in linea maschile fra cui quelli di conte Palatino, Giudice e additore generale dell’Impero, confermati poi da Pandolfo Malatesta il 21 novembre 1403 e il 19 luglio 1407, dal doge Francesco Foscari il 28 gennaio 1428, da altre ducali del 16 dicembre 1512 e 29 novembre 1543 e da Massimiliano II nel 1571 e il 18 luglio 1573, a favore dei fratelli Pompeo, Anselmo, Lattanzio, e di cavalieri aurati e Conti del sacro Palazzo, per merito soprattutto di Pompeo che si distinse nelle guerre contro i Turchi in Ungheria; è il Doge Domenico Contarini che il 16 gennaio 1670 conferma a Francesco il titolo di «Conte». Un solo ramo di questa famiglia giunge fino a noi, quello di Maffeo q. Odasio al quale, come si disse, vennero fatte le ampie concessioni del diploma del 1330; a suo figlio Soardino, padre di Giovanni, che è presente in Brescia nell’estimo del 1442 ed a Clusane, sul lago d’Iseo, nel 1475; ebbe un figlio Antonio ancora vivente nel 1498 e così via di seguito secondo il seguente filo genealogico: Giovanni (viv. 1517), Galeazzo (viv. 1534), Sigismondo (viv. 1548), Giovanni Andrea (viv. 1588), Sigismondo (viv. 1626), Alessandro (nato nel 1638), Sigismondo (n. 1664) che sposa la nob. Livia Rodengo, Alessandro (nato 1707) che sposa Lodovica Carpani. Da suo figlio Isidoro e dalla di lui consorte Rosa Bonsignori nacquero in Camignone due figli: Alessandro (15 maggio 1811-8 novembre 1879) e Giovanni (15 maggio 1816- 7 novembre 1881). Il primo, dalla moglie Maddalena Zo (1819-1856) ebbe Caterina in Zanetti, Gaetano (1846-1889) marito di Teresa Baldo, Odoardo (7 agosto 1849) marito di Argenide Galbrioli, tutti senza discendenti. Giovanni dalla moglie Francesca Villotti non ebbe che discendenza femminile.

Patrizi originari ascritti al Consiglio di Brescia prima del 1488, furono confermati nel titolo di Conte dalla Repubblica Veneta nel 1571 e nel 1772. Stemma: Fasciato d’argento e di rosso di sei pezzi; col capo d’oro carico di un’aquila di nero, coronata del campo. (Troncato da una fascia di rosso: nel 1° d’azzurro a sette stelle di otto raggi d’oro, ordinate 3 e 4; nel 2° sbarrato di rosso e d’argento di otto pezzi). Motto: Per amore porta grande pena. Cimiero: Una sirena, con uno specchio in mano, nascente (oppure: Un drago, di verde).

Naturalmente non tutti i Foresti furono conti, ma pressoché tutti erano considerati cives. Così avviene di quelli diffusi a Chiari, Orzivecchi, Coccaglio, Quinzanello, Valenzano, Erbusco, Castrezzato, Clusane, Iseo, Comezzano, Dello, Capriolo, Pontevico, Adro, Monticelli Brusati. Solo due famiglie di Palazzolo e una di Provezze (dove tuttavia vi sono due Foresti, cives nel 1498) sono contadini. Nei secoli XV e XVI vi è una famiglia bresciana di armaroli. I Foresti ricoprirono cariche importanti e si distinsero per la fedeltà a Venezia. Nel 1428 ricevevano privilegi da Venezia. Durante i tentativi di rivalsa dei Visconti nel 1432 – 1433 rimasero fedeli a Venezia. Feudatari, i loro possedimenti godettero di una certa indipendenza e parziale esenzione di tributi. Con ducale del 6 ottobre 1437 Cristoforo Foresti venne spedito con pieni poteri nel territorio del lago di Iseo per garantire l’obbedienza a Venezia. Un Taddeo nel 1487 vigilava su Edolo. Non mancarono fra i Foresti le pecore nere fra cui quel Giorgio, impiccato nel 1546, assieme a Lorenzo Pellegrini. Altro come Giovanni fu rinomato giureconsulto collegiato e morì a Venezia nel 1595.

È quasi impossibile seguire tutte le diramazioni dei Foresti. Il Lechi contò viventi in Brescia nel 1627 ben 19 famiglie e crede che molte ve ne fossero ancora in territorio bergamasco. Senza contare le molte piccole famiglie portanti lo stesso nome.

Originari del bergamasco, i Foresti si stabilirono fin dalla fine del trecento in Franciacorta, la ridente zona collinosa ad occidente di Brescia. Essi avevano già acquistata una posizione elevata come fa fede un diploma dell’Imperatore Lodovico il Bavaro, datato da Trento il 20 gennaio 1330, col quale si concedeva a Tebaldo di Scardino e a Maffio di Odasio «de Forestis» e ai loro successori per linea maschile la cittadinanza nobile, ed una quantità di ampi privilegi per «totam Italiam», privilegi che sono rinnovati nei secoli posteriori in varie epoche da vari Sovrani: sono nel 1403 il Duca e la Duchessa di Milano, nel 1407 Pandolfo Malatesta, nel 1428 il doge Francesco Foscari a Bernabò e Galeazzo cittadini di Brescia e Bergamo, nel 1448 allo «strenuo GIOVANNI de’ Foresti, nostro Connestabile»; sono nel 1512 i provveditori Cristoforo Moro e Paolo Cappello che attestano che ALESSANDRO Foresti condusse sotto Brescia, dalle Valli, circa seicento uomini in aiuto di Venezia; e nello stesso anno il Doge Leonardo Loredan che conferma ogni cosa perché Alessandro che lo aiutò alla presa di Bergamo, venne ferito in Brescia dove il fratello suo SIGISMONDO venne ucciso dai Francesi; è l’Imperatore Massimiliano II nel 1571 a favore dei fratelli POMPEO, ANSELMO, LATTANZIO e ORAZIO cavalieri aurati e Conti del sacro Palazzo, per merito sopratutto di Pompeo che si distinse nelle guerre contro i Turchi in Ungheria; è il Doge Domenico Contarini che il 16 gennaio 1670 conferma a FRANCESCO il titolo di «Conte».

Un solo ramo di questa famiglia giunge fino a noi, quello di MAFFEO, q. Odasio al quale, come si disse, vennero fatte le ampie concessioni del diploma del 1330; fu suo figlio SOARDINO, padre di GIOVANNI che è presente in Brescia nell’estimo del 1442 e in Clusane, sul lago d’Iseo, nel 1475, ebbe un figlio ANTONIO ancora vivente nel 1498 e così via di seguito secondo il seguente filo genealogico: GIOVANNI (viv. 1517), GALEAZZO (viv. 1534), SIGISMONDO (viv. 1548), GIOVANNI ANDREA (viv. 1588), SiGISMONDO (viv. 1626), ALESSANDRO (nato nel 1638), SIGISMONDO (n. 1664) che sposa la nob. Livia Rodengo, ALESSANDRO (nato 1707) che sposa Lodovica Carpani. Da suo figlio ISIDORO e dalla di lui consorte Rosa Bonsignori nacquero in Camignone due figli: ALESSANDRO (15 maggio 1811-8 novembre 1879) e GIOVANNI (15 maggio 1816-7 novembre 1881). Il primo dalla moglie Maddalena Zo (1819-1856) ebbe: Catterina in Zanetti, GAETANO (1846-1891) marito di Teresa Baldo, ODOARDO (n. 7 agosto 1849) marito di Argenide Gallizioli; tutti senza discendenti. Giovanni dalla moglie Francesca Villotti non ebbe che discendenza femminile. La famiglia è iscritta nell’Elenco Uff. Nob. Ital. 1933 col titolo di Nobile (mf.) in persona di: ODOARDO, di Gaetano, di Isidoro. GALEAZZO PAOLO, di Giovanni Antonio, di Paolo Galeazzo. Fratello: GIAMBATTISTA.

Rami della famiglia Foresti (ricostruzione parziale):
https://servizi.ct2.it/ssl/webtrees/branches.php?surname=Foresti&ged=ssl

Fonti:
-Enciclopedia Bresiana/Foresti
-Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Milano, 1935, Appendice, parte II, pp. 96-97