Boccacci
Stemma della famiglia Boccacci: D’argento alla bandiera di rosso astata d’oro, posta in banda.

Per la rubrica “Brevi cenni sulle famiglie bresciane”

Storia della famiglia BOCCACCI

Antica famiglia bresciana con forte presenza a Manerbio. Molto importanti in città in epoca comunale e parteggianti per i guelfi, raggiunsero l’apice con MANFREDO nominato vescovo di Brescia nel 1132 da papa Innocenzo II. Difese le proprietà e le prerogative della Chiesa dal predicatore Arnaldo da Brescia che istigava i consoli della città ad usurparli. Il di lui nipote GIACOMO (1139-1191) fu assertore delle autonomie comunali, tracciò gli “Statuti” di Manerbio e divenne riferimento per i guelfi anche di altre città. Nel 1163-1164, contro la minaccia di Federico Barbarossa, Giacomo fu tra i promotori della “Societas Lombardorum” conosciuta in seguito come Lega Lombarda, e il 25 giugno 1183 fu tra i firmatari della pace di Costanza. Suo fratello RICCARDO, fu invece capitano delle truppe bresciane nella vittoriosa battaglia di Legnano (1176).

Di questa famiglia fa parte anche un TAJONE che nel XIII sec. fu personaggio particolare: frate, soldato e avventuriero. Monaco benedettino a Leno si batté per le libertà comunali comandando i guelfi bresciani contro Ezzelino da Romano e Uberto Pelavicino. Dopo alterne vicende riuscì a scacciare Ezzelino e i bresciani lo nominarono capo della città. Fortificò Manerbio, proprio dove successivamente sconfisse i ghibellini (1268) e fu firmata appunto la “pace di Manerbio” dopo la quale, secondo la leggenda, si sarebbe ritirato nuovamente in convento.

Verso la fine del XIV e nel XV sec. i Boccacci tennero le parti dei ghibellini e furono fautori dei Visconti. Congiurarono insieme alle famiglie Oldofredi, Maggi, Emili, Ochi, Federici contro il signore di Brescia Pandolfo Malatesta nel 1410 e da lui subirono pesanti confische e bandi nel 1411. Dopo le guerre tra Milano e Venezia che videro sconfitti i primi e Brescia passò definitivamente sotto la Serenissima i Boccacci persero prestigio e potere.

Si ricorda poi un celebre medico e filosofo BARTOLOMEO del XVI sec. che ebbe una certa fama e morì nel 1552. Sulla sua tomba fu scritto: «prope divinus» (quasi divino).

Dei probabili discendenti di questo importante casato medievale sono da ricordare assolutamente i membri della famiglia cui è intitolata una via a Mompiano, e che furono vittime di un eccidio nazifascista. GIUSEPPE (anni 43), la moglie Emma Ceretti (49), la figlia LIDIA (17), assieme a Teresa Gnutti (53) vennero fucilati nel poligono di Mompiano il 26 aprile 1945 nelle fasi della ritirata dei tedeschi dall’Italia liberata.

Fonte:
Enciclopedia Bresciana