famiglia Zani Giacomo
Famiglia di Zani Giacomo del Duomo di Rovato, trasferitosi a Brescia attorno al 1925.

Zani è un cognome diffuso in tutta Italia, soprattutto nelle aree un tempo occupate dalla Serenissima Repubblica di Venezia. E questo perchè Zani è il classico  cognome patronimico, cioè derivante dal nome proprio del capostipite. Zani, così come Zanini, Zanelli, Zanetti, Zanotti, Zaninelli, Zaniolo e tanti altri… è infatti la versione dialettizzata di Giovanni (il Zuan veneto). Per Zanotti, Zaninelli e gli altri parliamo di maggiorativi e diminutivi molto in voga nel ‘400.
A riprova, Zani in origine era Zanni, già più simile al diminutivo lombardo Gianni. E la sua diffusione in tutta la penisola, è dovuta al fatto che coloro i quali portano questi cognomi, derivano spesso da famiglie di ceppi diversi, tutte con un antenato battezzato col nome di Giovanni (magari anche con un secondo nome, come nel caso dei Zaniboni).

Così non è per la gran parte degli Zani di Rovato. Sia chiaro, nel corso dell’800 alcuni portatori di questo cognome sono giunti nel comune franciacortino da paesi vicini come Travagliato ed Erbusco e non hanno legami con gli altri membri di questa famiglia, ma per quasi tutti gli Zani presenti oggi a Rovato (e non solo a Rovato), posso dare quasi per certa la comune origine familiare, o perlomeno posso essere sicuro al 100% che provengano da un paesino della bergamasca arroccato sui monti a ridosso del lago d’Iseo: Parzanica.

I vari rami della famiglia Zani residenti in questo paese, hanno sviluppato contatti con Rovato (e in particolare con le frazioni) già nella metà del 1700, quando gli inverni erano rigidissimi dato il fatto che proprio nel XVIII secolo si era all’apice di quella che gli storici chiamano “piccola era glaciale”. Stiamo parlando di inverni con nevicate ben più sorprendenti rispetto a quella del 1985, con temperature che in pianura hanno più volte superato i -20 °C. La vita nelle valli e sui monti era diventata veramente complicata. I raccolti, specie di cereali, erano diventati scarsi, e per sopravvivere furono moltissimi quelli che si trasferirono in pianura. La migrazione spesso non è stata una decisione immediata, e anche nel caso della famiglia Zani, sappiamo che prima che avvenisse un trasferimento effettivo ci sono stati contatti lavorativi per anni e anni.

Rovato - memoria 6 luglio 1740
A.P.Rovato/R.Battesimi 1727-1748 – “Si fa memoria come l’anno presente si principiò a mietere solo li 4 luglio per necessità di arare qualche minuto [cereale minuto, NdA], essendo che il grosso [granoturco, NdA] ancora mal maturo per il lungo freddo che durò dalla fine di octobre sino per quasi giugno respectivo, a segno che chi ha scritto si serviva della coperta di lana anche morbida sino al presente 6 luglio 1740”

Come molte realtà familiari delle valli anche gli Zani conducevano probabilmente l’attività di malghesi. Si offrivano in estate di portare al pascolo presso i propri paesi i bovini dei contadini più benestanti dell’alta pianura, per passare poi a “svernare” da questi ultimi nei mesi più freddi, facendo lavori stagionali come muratori, scarpolini o altro. Il contatto con Rovato non è casuale, infatti gli itinerari di transumanza dei bovini di quest’area erano prevalentemente due: Polaveno o i monti tra Grone, Vigolo, Parzanica e Adrara. Non è raro infatti trovare per tutto l’800 dei rovatesi che si uniscono in matrimonio con persone di questi luoghi. E gli Zani non fanno differenza. Per circa 20 o 30 anni molti nuclei Zani fanno la spola avanti e indietro tra la zona franciacortina e i colli del Sebino bergamasco. Alcune famiglie imparentate con quelle attualmente viventi a Rovato, Castrezzato e Brescia, sono ancora presenti a Parzanica, Tavernola e comuni limitrofi.

parzanica

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Lo scorso anno sono stato contattato dall’Ing. Zani Roberto di Brescia, un uomo appassionato e determinato a conoscere le origini della sua famiglia. Suo nonno era del Duomo di Rovato e i suoi lontani parenti vivono ancora oggi nella frazione. Dalla sua volontà di ricostruire le proprie origini è nata questa ricerca.

Possiamo anche dire, che gli Zani sono una famiglia che già dal loro arrivo nel paese, ha contribuito in maniera significativa all’interno della comunità. Sono stati presenti nel consiglio comunale, hanno avuto esponenti tra la fabbriceria negli anni dell’erezione a Parrocchia della curazia di Duomo, e nello stesso periodo risultano tra i primi membri del consiglio di amministrazione del nascente asilo infantile della frazione. Purtroppo non ho trovato conferme, ma don Emilio Spada nel 1975 scrive che un certo Zani Giacomo abitante di S. Giorgio, nel XIX secolo volle sventare il pericolo della profanazione della chiesetta della Marella acquistandola da un privato e donandola alla comunità parrocchiale del Duomo. In ultimo non voglio dimenticare l’importante contributo di Egidio Zani che in memoria del fratello Aldino ha fatto restaurare il campanile e le campane della comunità proprio lo scorso anno.

I soprannomi erano d’obbligo nei piccoli paesi dove le famiglie avevano perlopiù lo stesso cognome. Quindi per identificare meglio i nuclei, tra di loro si davano diversi scùtöm spesso legati al mestiere. Ed è interessante notare che ancor oggi alcuni Zani abitanti a Duomo e S. Giorgio sono detti “Martèl”. Quello che queste persone ignorano, è che il soprannome di questo ramo degli Zani era già in uso agli inizi del 1700.

Zani Martel
A.P.Parzanica/R.Battesimi 1684-1903 – Nascita di Magdalena filia Petri Zanni dicti Martello (20 aprile 1726)

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PS. Una storia praticamente identica a quella della famiglia Zani di Rovato, la potrei scrivere anche per le famiglie Danesi, Bonomelli, Rinaldi e Corna di Rovato, Cazzago, Castrezzato ecc. Anche loro originari dell’area di Parzanica, Grone, Tavernola e Vigolo, anche loro migrati qui verso la fine del XVIII e inizi XIX secolo. Ed è interessante evidenziare che queste cinque famiglie, che di fatto facevano il 90% dell’abitato di Parzanica, si sono intrecciate continuamente in matrimoni per secoli. E la cosa interessante è che proprio da queste famiglie di Parzanica discendono genealogicamente il vescovo di Brescia, Giovanni Maria Corna Pellegrini (la madre Corna di Parzanica aveva sposato un Pellegrini di Pisogne, comune in cui è nato il vescovo), ma anche il ben più importante vescovo di Cremona, Geremia Bonomelli (nato a Nigoline) di cui ho ampiamente parlato nel libro 100 Anni di Asilo con le suore Adoratrici, pubblicato dall’asilo del Duomo che ne ha ancora delle copie disponibili all’acquisto.

Alberto Fossadri